Il 26 novembre scorso è apparso sul Corriere della Sera un articolo che riguarda la Blue Economy e la sua promozione attraverso i giovani, anche grazie ai fondi EU. Alcune storie esemplari sono state selezionate per raccontare come la ricerca sul mare e l’innovazione conseguente siano un faro per nuove imprese giovanili basate sulla sostenibilità. La prima è quella della nostra socia Maria Cristina Mangano. Curatrice per diversi anni della SItE dottorandi, Maria Cristina è ora ecologa marina presso il Dipartimento di Scienze della Terra e del Mare (Università degli Studi di Palermo). Nell’ambito dei progetti EU più competitivi, le è stata assegnata una Marie Curie Individual Fellowship per il suo progetto MIRROR.

L’ecologia fornisce la visione e la chiave di lettura per lo sviluppo di studi e servizi innovativi per comprendere meglio quali siano gli effetti del cambiamento ambientale sugli ecosistemi (anche su scala globale) e per indirizzare la gestione dinamica ad alta risoluzione spaziale delle risorse marine e delle attività umane ad esse correlate (pesca e acquacoltura). Con questi obiettivi, il gruppo del Laboratorio di Ecologia (GSaraLab) di UNIPA con il contributo unico dei giovani collaboratori, studenti, dottorandi e post-doc, investe tempo, risorse e speranze nella ricerca legata al mare e nelle attività connesse, per fornire evidenze scientifiche da mettere al servizio dei fruitori del mare e per migliorare la lettura dei pattern e dei processi ecologici, per “fare” ed informare la Blue Economy, e per rendere operativo il concetto di sostenibilità.
A Maria Cristina Mangano e al Prof. Gianluca Sarà le nostre più vivide felicitazioni per il prestigioso risultato conseguito.
Nell’Antropocene, gli ecosistemi marini si stanno rapidamente spostando verso nuovi stati ecologici. I cambiamenti operanti sia a livello climatico globale che nelle politiche marine impongono una evoluzione costante delle strategie di conservazione dela biodiversità marina. Un gruppo internazionale di ricercatori, tra i quali diversi soci SItE (Simonetta Fraschetti, Fabio Badalamenti, Lisandro Benedetti-Cecchi e Roberto Danovaro), hanno esaminato i programmi degli Stati membri dell’UE per l’attuazione delle politiche ambientali marine e hanno scoperto che il cambiamento climatico è raramente considerato sul piano operativo. Nel loro articolo apparso di recente sulla rivista
Le imbarcazioni da diporto (yacht e barche a vela) che si spostano nelle acque Mare Mediterraneo portano con sé numerose specie aliene, favorendone la dispersione: lo rivela uno studio pubblicato di recente sul
Il Mar Mediterraneo è una delle aree del mondo maggiormente impattate dai rifiuti marini. Gli effetti pericolosi dell’inquinamento da plastica nel Mediterraneo sono stati oggetto di una sessione speciale del 


