Viaggio al centro della Terra: l’ecologia in ambienti ipogei

Pubblichiamo con piacere un documento pervenutoci dal gruppo di Ecologia del Dipartimento di Chimica e Biologia “Adolfo Zambelli” dell’Università degli Studi di Salerno. Con un breve testo, gli Autori ci introducono ad alcune delle loro attività di ricerca in ambienti ipogei, accompagnando il documento con delle bellissime foto. Buona lettura!

Viaggio al centro della Terra: l’ecologia in ambienti ipogei

Le cavità sotterranee rappresentano alcuni tra gli ambienti meno conosciuti del nostro pianeta. Escludendo, infatti, i noti processi di solubilizzazione e precipitazione dei carbonati, che portano alla formazione di vuoti nelle rocce, nonché di speleotemi, poco si sa riguardo all’ecologia di questi affascinanti ecosistemi. Nonostante ciò, le grotte sono spesso oggetto di adattamenti turistici, cui sovente si associa un’irreversibile compromissione degli equilibri biogeochimici.

Oltre a forme più evidenti di impatto (es. distruzione da contatto di speleotemi), esistono forme più subdole di alterazione dell’ambiente sotterraneo dovuta alla presenza dell’uomo, tra cui il rilascio di CO2 e calore e l’introduzione di spore, semi e, in generale, materiale organico esogeno. Ma ciò che desta maggiore preoccupazione è lo sviluppo di comunità fotoautotrofe e mixotrofe, comunemente note come “lampenflora” (Foto 1), causate dall’utilizzo di sistemi di illuminazione artificiale. Queste comunità, ancora poco conosciute, sono considerate tra le principali responsabili dell’alterazione dei processi chimico-fisici in atto sulle superfici, con conseguenze drammatiche sulla formazione e conservazione degli speleotemi e delle vermicolazioni, la cui caratterizzazione, genesi e sviluppo sono oggetto di attiva ricerca (Addesso et al., 2019).

Foto 1 – Superfici colonizzate da lampenflora (ph Orlando Lacarbonara – Rosangela Addesso)

Al fine di comprendere gli effetti degli adattamenti turistici in ambienti sotterranei e sviluppare un sistema di gestione sostenibile del turismo speleologico, il gruppo di ricerca di Ecologia (Prof.ssa Daniela Baldantoni, Dott.ssa Rosangela Addesso e Dott. Alessandro Bellino) del Dipartimento di Chimica e Biologia “Adolfo Zambelli” dell’Università degli Studi di Salerno collabora attivamente, nell’ambito di un progetto di Dottorato di Ricerca in Chimica, con l’Università degli Studi di Bologna, enti di ricerca di fama internazionale e con la Fondazione MIdA, ente gestore delle Grotte di Pertosa-Auletta (SA), area oggetto di studio.

Situate nel massiccio dei Monti Alburni (Campania), le Grotte di Pertosa-Auletta rappresentano uno dei geositi focali del Geoparco “Cilento, Vallo di Diano e Alburni”. Le uniche grotte in Italia dove è possibile navigare un fiume sotterraneo, il Negro (Foto 2). Le sole in Europa a conservare i resti di un villaggio palafitticolo risalente al II millennio a.C. Ogni anno, ospitano migliaia di visitatori provenienti da tutto il mondo (Foto 3).

Foto 2 – Fiume Negro, Grotte di Pertosa-Auletta (ph Fondazione MIdA)

 

Foto 3 – Turisti nelle Grotte di Pertosa-Auletta (ph Fondazione MIdA)

Bibliografia citata: Addesso R., Bellino A., D’Angeli I.M., De Waele J., Miller A.Z., Carbone C., Baldantoni D. (2019). Vermiculations from karst caves: the case of Pertosa-Auletta system (Italy). Catena 182, 104178; DOI: 10.1016/j.catena.2019.1041

Foto in copertina del post – Grotte di Pertosa-Auletta (ph Fondazione MIdA)